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Il lago Baikal

09 novembre 2018

 

Catapultato in questo mondo magico ed immobile mi sento fuori posto, solo ieri l’altro giocavo sui miei sassi di casa a petto nudo, scaldato dai primi tepori della primavera; ed oggi mi trovo qua, sperduto in un paesino della Siberia proprio sopra la Mongolia.

Mi rigiro nel sacco piuma, è ancora notte fonda, qui dentro fa troppo caldo e sto sudando, un silenzio assurdo mi fa fischiare le orecchie.

Baikal Lake

Oggi è stata dura, gli atleti correvano veloci sul lago per non congelarsi e per me era difficile scattare senza togliere le mani dai guanti.

Il vento fischiava ed alzava piccoli cristalli che andavano a sciogliersi sulle lenti della mia macchina fotografica e la pelle si attaccava al barilotto in ghisa del mio 28-300. È tutto così complicato quassù!

Domani torneremo sul lago ghiacciato e la corsa continuerà.

Manrico Dell'agnola Baikal Lake

Non ho sonno, accendo la luce frontale per guardare l’ora, sono le quattro del mattino ma il sonno è ancora quello delle dieci di sera. Spio la temperatura data da un termometro scassato appoggiato all’esterno di una finestra dai vetri luridi… -28°.

Il bagno è all’esterno e ne avrei bisogno: è un pezzo che ci penso ma non trovo il coraggio, però ora è un’emergenza e non ci sono alternative.

Indosso solo il piumino e mi fiondo fuori. Un mondo fiabesco mi circonda: tutto è così candido!

Per un attimo guardo in alto, una volta di stelle senza luna mi schiaccia… non starò mica sognando?

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