1954 - La leggendaria conquista del K2
Con la conquista dell’Everest il 29 maggio 1953,molti esploratori probabilmente pensavano diessere giunti alla fine di un grande sogno, che ha coinvolto tutta l’umanità sin dall’alba dei tempi.
Eppure, era solo l’inizio.
Questa fu solo la scintilla che scatenò la più grande corsa per la gloria ed il prestigio che il mondo dell’alpinismo abbia mai visto prima. Una vera e propria gara per scrivere la storia prima di chiunque altro.
L’oggetto del desiderio era l’altra irraggiungibile casa degli dei, la seconda vetta più alta del mondo: il K2, conosciuta come la “Montagna Selvaggia”.
Malgrado sia più basso dell’Everest, il K2 è più difficile da scalare ed è una delle vette più mortali di sempre. Negli anni passati in molti tentarono di raggiungere la sua cima mortale ma nessuno riuscì nell’intento. Condizioni che non sembravanoessere di buon auspicio, ma la brama e il desiderio erano troppo forti e la storia stava per essere scritta da una leggendaria spedizione italiana.
1954. Lo scienziato italiano Ardito Desio,dopo aver eseguito rigorosi test, selezionò una squadra da sogno composta da 11 dei migliori alpinisti italiani del tempo, con l’intento coraggioso di scalare quella micidiale montagna. Il governo, le istituzioni e molti produttori di attrezzature da montagna sostenerono la sua causa, tra cui Dolomite, che equipaggiò l’intera spedizione con i suoi scarponi realizzati a mano.
L’ascesa fu caratterizzata da molte difficoltà e tragedie inaspettate. Ma il destino per quegli uomini coraggiosi non aveva previsto alcun fallimento e, a fine luglio, approfittando delle condizioni metereologiche favorevoli, il gruppo,guidato dal coraggio e dalla speranza, decise per un ultimo tentativo.
31 LUGLIO 1954, verso le 18, dopo una lunga e straziante ascesa, estenuati e senzafiato, gli alpinisti Achille Compagnoni e Lino Lacedelli finalmente raggiunsero la vetta.
Fu un successo incredibile, la spedizione divenne un’epopea di tenacia e determinazione, un racconto scritto da uomini coraggiosi che, grazie alla loro forza di volontà e rispetto per la montagna, incisero il loro nome nella storia.
Una storia leggendaria che è stata tramandata da generazioni, e ancora oggi continua ad ispirare le persone.